[vc_row][vc_column][vc_column_text]Riceviamo e pubblichiamo la replica inviata alla Nuova Sardegna dopo la pubblicazione di una "velina" di Abbanoa.[/vc_column_text][vc_column_text]

"Buongiorno!
Solo alcune precisazioni in ordine all'articolo apparso stamane.
Intanto vi si parla di un piano di rientro e si dà la sensazione che si tratti di un piano concordato, il che è privo di fondamento. A noi e' pervenuto a suo tempo un diktat di Abbanoa che imponeva condizioni proibitive per il rientro. Il piano e' apparso subito al di sopra delle nostre possibilità e inaccettabile, tanto più che esso non teneva conto che del fatto che comunque ci sono 300000 euro l'anno di consumi. Tuttavia allo scopo di dimostrare la nostra volontà di collaborare ( non dimentichiamoci che il contenzioso sulle quote fisse e la morosità che ne discende durano da tanti anni e che nel frattempo la tesi che ci ha determinato a pagare le bollette solo nella misura dei consumi e' stata sostenuta da una limpida motivata sentenza, poi riformata - ma oggi radicata in un argomentatissimo ricorso di fronte alla Corte di Cassazione - nella quale addirittura si intimava ad Abbanoa di restituire a Costa Paradiso 400000 euro indebitamente incassate ) abbiamo continuato ad aderire alle pretese unilateralmente determinate di Abbanoa, continuando comunque a chiedere (siamo andati più di una volta a chiederlo anche a Cagliari) che gli slacci fossero selettivi e colpissero non l'intera comunità dei partecipanti ma le utenze morose, dal momento che di fatto la scelta indiscriminata di Abbanoa favorisce una sorta di anonimato del quale si avvantaggiano i furbi che pensano di poter utilizzare l'acqua persino a scopo produttivo senza pagarla.
Lasciando perdere la barzelletta delle duemila ville con piscina,una panzana !, e la grossolana mistificazione della comunità dei Sardi depredata, la realtà è fatta di dati di fatto, cioè di 630000 euro di arretrati pagati in meno di tre mesi. Questo significa che non solo abbiamo versato tutto il denaro ricevuto dagli utenti per l'acqua ma che abbiamo fatto per gli ultimi versamenti ricorso a 90000 euro prelevati da altri capitoli di spesa, sottraendo alla generalità dei partecipanti il previsto incremento di attività e servizi. Sottolineo comunque che i consumi sono stati pagati per intero e il residuo debito e' interamente riferito al sopruso della quota fissa.
Sempre sui fatti: il 25 ottobre Abbanoa lancia una campagna per la ricomposizione dei dissidi e dei contenziosi che viene recapitato via PEC anche a noi. Si invita al ricordo alle transazioni e noi che non abbiamo ancora sottoscritto nessun accordo ci precipitiamo ad aderire a questa novità. I nostri avvocati scrivono, come mi è stato indicato anche in un incontro interlocutorio a Cagliari,ai colleghi di Abbanoa che...non rispondono. Anzi non riscontrano nemmeno, mentre Abbanoa invia ai giornali comunicati reticenti e faziosi . Come facciamo a fare un accordo se nessuno risponde ? E comunque in attesa dell'accordo abbiamo "girato" ad Abbanoa tutti i denari ricevuti per l'acqua, in attesa dell'incontro sollecitato, e mai fissato nonostante la volontà gridata ai quatto venti di arrivare ad una transazione. Stupisce che che vi sia una dichiarazione addirittura dell'amministratore unico che con il suo intervento sembra avvallare gravi inesattezze e autentiche bugie : l'invenzione della crescita del debito per i consumi che invece è azzerato; "una certa tolleranza " nei confronti dei morosi che non pagano le proprie quote ed altre bugie.
Abbanoa ha ignorato anche il fatto che sabato l'assemblea delibererà un fondo straordinario che i partecipanti costituiscono per far fronte ed onorare comunque l'impegno della transazione, il cui necessario presupposto è un confronto reale e sulle cose che Abbanoa continua a non cercare preferendogli una logica impositiva lontana anche dallo spirito della sua missione
Grazie dell'ospitalità
Piergianni Addis"

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