Adesso Basta!
23 Gennaio 2015Punto della situazione
3 Febbraio 2015Ancora una volta le insinuazioni gridate e un po' cialtrone, inverosimili soprattutto, producono l'effetto di richiamare consenso verso il CdA.
Aggiungiamo una ovvietà : alla gente non sono mai piaciuti gli ex che insinuano e sgomitano. È' sempre stato così.
Prendere atto della reazione indotta di consenso al CdA , non giustifica ulteriori indugi nella comunicazione. Probabilmente è' vero che Il presidente Addis ha concesso troppo alla cautela, al rispetto in generale delle persone, e anche all'opinione di coloro che vorrebbero che questo sito assomigliasse ad un bollettino senza opinioni, e le notizie fossero sterili lanci d'agenzia.
Quando un fatto, anche gravissimo, costringe a denunciare persone e a metterne a repentaglio la loro storia professionale non c'è da prenderci gusto.
Rivendichiamo questa scelta, che ci fa onore. E che ci possiamo permettere perché davvero è difficile trovare dei partecipanti, anche avversari, che pensino anche vagamente verosimile che in CdA siedano disonesti, complici o marioli. Fa eccezione qualche mezza cartuccia in cerca di notorietà.
Non si riesce nemmeno a comprendere quale anziano presidente in demenza senile mediti dimissioni perché ci sono i ladri.
Invece è' vero che episodi come quello dell'ammanco inducono, superato lo sgomento per il fatto che una cosa simile sia successa dentro casa nostra,ad intensificare non la sospettosita' indistinta ma gli strumenti di un controllo oggettivo.
Naturalmente in questo tempo non siamo stati a guardare
Il 20 ottobre il presidente viene messo al corrente del fatto che si è verificato un fatto gravissimo. E chiede a tutti gli impiegati di sospendere ogni altra attività per concentrarsi sulla possibile spiegazione, fisiologica e non criminale, della differenza tra entrate e versamenti. La settimana purtroppo non porta a riscontri utili, e prima che si concluda un accreditato studio di Tempio viene incaricato di lavorare da subìto ad una perizia, che dovrà essere giurata. Non occorrono i tre mesi che i pessimisti ipotizzavano ma cinque settimane si. Il 1 dicembre la perizia viene consegnata al presidente con una serie di quesiti aggiuntivi, e la richiesta di un supplemento di 10 giorni. 48 ore dopo la documentazione integrativa viene consegnata, e letti i risultati il giorno 11 dicembre il presidente si reca nello studio di un avvocato penalista di Olbia perché valuti le modalità di un intervento in sede penale. Una settimana prima un avvocato giuslaburista era stato incaricato di valutare i profili disciplinari della vicenda, e i possibili relativi provvedimenti.
L'avvocato Petitta, penalista, concede con una raccomandata un gran margine di tempo perché l'impiegata alla cui cassa sono da ascrivere gli ammanchi fornisca spiegazioni. Ma non ha occasione di parlare con l'impiegata i cui avvocati di fiducia insistono sul solo argomento che i conti devono essere rifatti. Questo sino al giorno 14 gennaio.
Due giorni prima l'evidente necessità di accorciare i tempi aveva portato il presidente a recarsi nello studio di un nuovo giuslaburista, l'avvocato Conti, al quale rappresentare l'urgenza.
In assenza di elementi nuovi il giorno 20 gennaio la denuncia/querela viene trasmessa all'avvocato Conti perché le due competenze si integrino, ed entro 20 giorni sia chiaro quali azioni civilistiche debbano integrare quella penale in corso.
La reazione legale a questo evento, che definiremmo di drammatica rilevanza, si è quindi precisato. Seguiranno tempestive, speriamo incalzanti, notizie sugli esiti e sui passi successivi. Riteniamo già dalla settimana prossima.