Debito Mela
21 Luglio 2016Linee strategiche future
4 Agosto 2016[vc_row][vc_column][vc_column_text]
Sardi e "continentali" : a quanto pare un rapporto storicamente "dialettico" e non sempre agevole, nel quale affiora qualche volta il pregiudizio ma che nel complesso è pieno di positività.
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Sardi e continentali, un po’ di archeologia
Francesco Pittalis
1793 La tentata invasione franco-corsa
Richiesta di parità e rivolta
La Francia rivoluzionaria aveva preso contatti con Pasquale Paoli, il patriota corso esule a Londra dopo essere stato battuto dal generale Marbeuf che aveva instaurando il dominio francese in Corsica.
I rivoluzionari, all’insegna di ‘Liberté, Égalité, Fraternité’, avevano consentito a Pasquale Paoli di costituire un suo governo sull’isola a condizione che venisse riconosciuto un protettorato francese. Oltre a questo avevano proposto di portare la libertà e le idee progressiste anche in Sardegna sottraendola al controllo sabaudo. A questo scopo avevano chiesto al Paoli di allestire due battaglioni, uno di Bastia e l’altro di Ajaccio. La Francia avrebbe messo a disposizione una flotta..
Quando tutto fu pronto la spedizione ebbe inizio nell’inverno 1792-1793 e si divise in due parti che si diressero una verso La Maddalena e l’altra verso Cagliari.
La spedizione francese trovò a La Maddalena una accanita resistenza da parte del comandante Domenico Millelire, che aiutato da Tommaso Zonza, riuscì a respingere l’assalto guidato dal giovanissimo Napoleone Buonaparte.
Anche a Cagliari le cose non andarono bene per gli assalitori che furono respinti grazie all’arruolamento di una guardia costiera da parte dei capi locali, gli Stamenti.
Questi ultimi si attribuirono il merito di avere salvato il regno al Re Vittorio Amedeo III e chiesero una ricompensa per il loro comportamento. Si recarono quindi a Torino per presentare le loro richieste direttamente al Re.
Le richieste avevano la forma di cinque domande una delle quali riguardava il rispetto dei privilegi e delle leggi fondamentali del Regno.
In sostanza si chiedeva autonomia amministrativa e l’estensione delle norme legislative valide per gli altri cittadini del Piemonte e della Savoia anche ai sardi che erano soggetti ad un vecchio corpus legislativo noto come ‘Carta de Logu’ (Leggi del Regno) risalente al giudicato di Arborea ed aggiornato alla fine del XIV secolo.
Le richieste furono rifiutate, ci fu una ribellione ed il viceré venne cacciato da Cagliari. Seguì, dopo qualche anno e con diverse vicissitudini, l’inevitabile restaurazione
La vecchia Carta de Logu fu sostituita solo nel 1827 dal Codice promulgato dal Re Carlo Felice.
1826-1860 I resoconti di Alberto La Marmora
La Sardegna e i viaggiatori dell’ottocento
Il conte Alberto Ferrero della Marmora era nato a Torino nel 1789 ed aveva frequentato i corsi della Scuola Militare Imperiale di Fontainebleau per avviarsi alla carriera militare.
Incorre però in un infortunio: sospettato di simpatie liberali nel 1824 viene inviato al confino in Sardegna, in seguito considerato luogo di punizione per funzionari scomodi e ribelli.
La Marmora fa buon viso a cattiva sorte, si appassiona dell’Isola, ne diventa un appassionato conoscitore e vi si trattiene a lungo.
Scrive i suoi resoconti rigorosamente in francese, come d’uso nella aristocrazia piemontese dell’epoca.
La sua opera maggiore 'Voyage en Sardaigne’ è pubblicata nel 1826 e completata nel 1840 con l’aggiunta di una seconda parte. Si tratta del resoconto di viaggio in Sardegna più famoso destinato a costituire da subito un modello per questo genere letterario e ad essere imitato in seguito. Contiene una descrizione fisica, geologica, della flora e della fauna della Sardegna con incursioni nella storia e nella politica.
Dice degli abitanti che sono, in genere, di buona complessione ed amichevoli se presi per il loro verso.
Nel 1860 pubblica 'Itinéraire de l'île de Sardaigne', una sorta di manuale per il viaggiatore dell’epoca con consigli sulle cose da vedere ed i rischi da evitare in un periodo in cui i viaggi erano avventurosi e non privi di pericoli e rischi sanitari, tra questi vaste zone malariche.
A La Marmora si deve anche una carta geografica accurata della Sardegna pubblicata a Parigi nel 1845 tratta da misurazioni e carte nautiche preparate dal capitano di vascello William Henry Smyth per conto dell’Ammiragliato britannico.
Complessivamente le opere di La Marmora hanno il merito di iniziare l’era della conoscenza scientifica della Sardegna promuovendo l’interesse e la curiosità per questa realtà e chiudono l’epoca delle notizie leggendarie e fantasiose.
1917-1919 Antonio Gramsci e la Brigata Sassari
‘’In continente sono tutti signori!’
Reparti della Brigata Sassari erano già stati impiegati dal governo per reprimere l’insurrezione di Torino del 1917. In seguito, dopo la fine della prima guerra mondiale e durante il biennio rosso e l’occupazione delle fabbriche, venne assegnata al presidio militare locale con funzione di tutela dell’ordine pubblico.
Gramsci venne incaricato dal partito socialista torinese di prendere contatto con i suoi corregionali della Brigata per fare opera di convincimento ed educazione politica nel tentativo di convincerli a vedere negli operai in lotta degli alleati e non dei nemici da combattere.
Gramsci cercava di applicare il concetto, per lui essenziale, secondo il quale operai del nord e contadini e pastori poveri del centro e del meridione dovevano fraternizzare ed unirsi nella lotta, vedendo ciascuno la propria causa nella causa degli altri. Questa alleanza era considerata un elemento fondamentale per il successo.
La reazione dei soldati della Brigata Sassari a questo appello fu in un primo momento negativa. Avevano difficoltà a riconoscersi nella causa delle lotte operaie e l’argomentazione opposta più comunemente era:
‘No, perché in continente sono tutti signori!’.
Gramsci dovette faticare non poco per convincerli del contrario. L’azione di persuasione andò avanti e alla fine riuscì a smuovere, almeno in parte, le loro convinzioni. A questo punto i comandi decisero di rimuovere la Brigata dalle sue funzioni.
Dopo quasi un secolo qualcuno può sostenere che a Costa Paradiso ci sono continentali che, come è noto, sono tutti signori con ville esclusive di cui alcune con piscina, e che, per di più, non pagano i consumi idrici facendone ricadere il costo sui sardi?
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Francesco Pittalis
Costa Paradiso, lotto H134 b
07038 Trinità d’Agultu e Vignola
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Mail: f.pittalis@enerservizi.it
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