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Nel gran festival di caffé e musica Costa Paradiso non poteva mancare…..
Nell’estate in musica 2015 (solito palcoscenico affacciato sul mare, solita copertura di luna e stelle, solito accompagnamento dello sciabordio del mare) irrompe la serata legata agli “Eventi Illy caffé”. Potevano resistere al fascino di Costa Paradiso i “cercatori di luoghi” della nota marca di caffé in cui sposare la più nota bevanda del mondo e la musica nelle sue varie espressioni? Non potevano..
Si dice che il nobile chicco (e alla fine la fragrante bevanda) viva di una superba scaletta di colori. Che guarda caso, sono quelli che ogni giorno ci legano al nostro mare, alla nostra costa, ai nostri tramonti che infuocano le rocce e ci riempiono il cuore. Manca forse, nelle mille calette che ci accolgono il verde smeraldo che è il colore del chicco crudo? O il verde intenso della piantina e delle sue foglie che si confronta con la macchia mediterranea, con il contorto ginepro, con l’ondeggiante olivastro, con il mirto profumato? Né mancano il giallo ocre e il rosso che sono del chicco maturo e da noi si declinano invece nella entusiasmante gamma cromatica delle rocce. Se il bianco è il colore del fiorellino delicato, da noi è invece lo spettacolo del mare in burrasca, delle onde che si infrangono, della forza del vento che sospinge l’onda. Ci mancano, è vero, il nero, della bevanda, che noi non conosciamo perché non ci mancano luna e stelle, o i colori intermedi, il bruno del chicco maturo e il marrone chiaro della crema in superficie. In cambio abbiamo uno scrigno di aromi e profumi che non hanno colori, ma appagano l’anima.
E arriviamo alla musica…. Che è legata al nobile chicco sin dal 1734, quando Johann Sebastian Bach scrive la "Cantata del Caffé", nella quale la protagonista rivendica il diritto alla degustazione e, suscitando le rimostranze del padre, pone questo suo diritto tra le condizioni del suo consenso alle nozze. Ma senza andare tanto lontano, nel 1918 la bevanda irrompe nei testi con A tazza e' cafe' scritta da Capaldo e Fassone. Nel 1969 Riccardo del Turco partecipa al Festival di Sanremo con Cosa hai messo nel caffé. Nella discografia più recente, il caffé diventa conforto, protezione, quasi punto di partenza per affrontare una nuova giornata: Battisti "...la mattina c'e' chi mi prepara il caffe'" e Bob Dylan "One More Cup Of Coffee". Con Ron e Jackson Browne, diventa quasi un obbligo in Una città per cantare / The Load Out. Baglioni e Guccini lo interpretano come il punto di ritrovo per disagiati, disperati e barboni in "Poster" e "Via Paolo Fabbri 43"; per Fabrizio De Andre' e Pino Daniele diventa un passatempo, un compagno nella spensieratezza in Don Raffaè e in Na Tazzulella e Café.
Per chi non è stanco di leggere, diamo uno sguardo veloce al connubio con il Teatro e con il Cinema.
Nel 1931 viene rappresentato per la prima volta Natale in casa Cupiello di Edoardo De Filippo: nel primo atto il risveglio del protagonista Lucariello è reso amaro dalla pessima qualità di caffé che la moglie Concetta gli prepara "E' nu poco lasco ma e' tutto café". Cui replica Luca: "Ma perché vuoi dare la colpa al caffé, che in questa tazza non c'e' mai stato! ". Sempre con il grande Eduardo, in Questi Fantasmi il caffé assurge al ruolo di bevanda miracolosa, quando recita "Quando morirò tu portami il caffé e vedrai che io resuscito come Lazzaro…”
Nella grande stagione del western americano, il caffé, la cui preparazione veniva eseguita per bollitura, viene consumato al crepuscolo, davanti ad un fuoco acceso nella prateria quasi come fosse una liberazione, dopo una giornata di scorribande contro gli indiani.
Il connubio John Ford / John Wayne, lo dimostra più volte. Lo si consuma all'alba a Fort Apache (I Cavalieri del Nord Ovest), lo si consuma per smaltire una sbornia (Ombre Rosse), lo si consuma semplicemente come bevanda ne (Un Dollaro D'Onore), dove prende il posto del whisky, lo si consuma ancora, per spegnere un falò (Cowboy). Oppure in un altro grande classico, quale Johnny Guitar, Sterling Hayden sembra realizzare il primo spot pubblicitario quando recita "Niente di meglio che una fumata ed una tazza di caffé". Mentre Kevin Costner ritiene più utile farne merce di scambio con gli Indiani in Balla Coi Lupi.
Per finire con la filmografia italiana, e parliamo del neorealismo, dove si mette in luce la moka che regala una bevanda corposa, profumata e consistente. Come non ricordare nel dopoguerra Toto' in Toto' Terzo Uomo dove l'attore ordina un caffé corretto al cognac; in Miseria e Nobiltà dove si parla di caffelatte senza caffé e senza latte !! In La Banda degli Onesti con un' intera scena dedicata al caffé; ne I Tartassati con Toto' che sostiene "Prendo tre caffè alla volta per risparmiare due mance", e ancora Sua Eccellenza si fermò a mangiare , Toto', Peppino e la dolce vita e Guardie e Ladri, dove sorseggia il caffé direttamente dalla moka.
Insomma, Na tazzulella e Café non si nega a nessuno…..